Minjae Lee • DramaKing
«Ciao! Il mio nome è MJ (Minjae Lee).
Sono un ragazzo di 19 anni, vivo in Corea,
e sono un pittore e un illustratore»

Da queste prime semplici parole di presentazione nessuno si aspetterebbe che Minjae Lee – meglio conosciuto sulla rete con il nickname di Greno89 – sia uno degli artisti più costosi al mondo. Difficile da credere, ma il giovane talento sudcoreano, a soli 23 anni, può vantare una carriera eccezionale: le sue opere sono esposte nelle gallerie d’arte di tutto il mondo e facoltosi mecenati non esitano a sborsare cifre ragguardevoli per arricchire le proprie collezioni private con la sua arte.
Totalmente autodidatta, le armi del successo di Minjae Lee sono le più tradizionali che si possano immaginare: marker, penne, pastelli, acrilici, acquerelli, questi gli unici strumenti che permettono all’artista coreano di portare in vita i propri capolavori, senza l’appoggio di alcuna tecnica digitale o “artificiosa”.
Minjae Lee iniziò a disegnare intorno ai tre anni, età in cui già si può ravvisare l’embrione di quello che potrà essere un futuro nuovo talento. Tuttavia, per lungo tempo, il giovane Minjae non considerò la pittura e l’illustrazione come una possibile strada lavorativa, fino al diploma, quando si accorse che ciò che voleva più di ogni altra cosa era continuare a disegnare.

Minjae Lee, in uno dei momenti più cruciali della sua vita, si trovò ad affrontare un bivio: rinunciare alla propria creatività e iscriversi all’università, oppure rifiutarsi di svolgere la carriera scolastica tracciata per ogni giovane ragazzo che si rispetti per fare qualcos’altro? La visionaria fantasia di Minjae era il suo dono più prezioso, era ciò che lo distingueva dalla massa, che gli avrebbe forse permesso di diventare qualcuno, di uscire dall’anonimato: come ci si può privare di un tale tesoro? Fu così che il giovanissimo Minjae scelse la strada che conduceva a un futuro incerto, in bilico sul baratro dell’insicurezza e del dubbio, dove sarebbero occorse tutte le sue forze per dimostrare di cosa era realmente capace.
Ora, a distanza di alcuni anni, Minjae Lee sa di aver preso la scelta giusta.

Il percorso e la sensibilità artistica di Minjae Lee non sono mai stati imbrigliati nei canoni di studi specifici, soprattutto a causa delle difficoltà che il giovane aveva a relazionarsi con alcuni professori, che non comprendevano e, anzi, in certi casi disapprovavano, il suo mondo fatto di colori. I disegni di Minjae, infatti, erano troppo complicati, troppo disordinati, troppo colorati, troppo fuori dal comune per essere presi sul serio.
Eppure sono proprio i colori e le forme ad affascinare Minjae Lee fin dalla più tenera età, quando scopre per la prima volta tempere, pastelli e acrilici. I colori brillanti e vivaci si fondono senza soluzione di continuità nelle sue opere d’arte, in forte contrasto con il nero dei contorni e il bianco dello sfondo, ed è quasi difficile credere che questa texture impeccabile si possa ottenere con il semplice uso di traccianti. Proprio attraverso i colori, Minjae Lee ha potuto finalmente far esplodere la propria creatività, creando opere sempre più complesse e suggestive, che coinvolgono emotivamente lo spettatore grazie al giusto mix fra bellezza, dramma, fragilità, innocenza e arroganza.

Ciò che funge da ispirazione per Minjae Lee è semplicemente il bello che può risiedere nel volto umano, in un oggetto, nella natura o anche in semplici forme astratte. L’impulso spontaneo generato dalla creatività si fonde quindi con la continua sperimentazione di nuove tecniche e nuovi materiali, che fanno sì che la sua arte sia in continuo divenire, un vortice di colore che sembra per un attimo cristallizzarsi in un immagine, per poi tornare a rimescolarsi generando qualcos’altro di completamente inaspettato.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che Minjae Lee è originario di Seul, e che la propria estrazione culturale continua tutt’ora a influenzare notevolmente la sua arte. Le sue radici coreane si ravvisano quando Minjae elegge a muse dei propri dipinti attrici e cantanti del suo paese, come Bae Doona, ma non mancano omaggi a personaggi culto della cultura mondiale come Marilyn Monroe, Audrey Hepburn, Elizabeth Taylor o modelle quali Jessica Stram e Natalia Vodianova. Altri illustri volti che andranno ad arricchire la galleria d’arte del giovane arista coreano saranno l’italianissima Monica Bellucci, l’attrice giapponese Yu Aoi e Frieda Pinto, protagonista del celeberrimo ‘Slumdog Millionaire’.

La passione di Minjae Lee per il volto della donna e per l’espressione drammatica è evidente anche nel lavoro di coloro che costituiscono le sue fonti di ispirazione per eccellenza, primo fra tutti il fotografo giapponese Hiroshi Nonami, le cui donne sembrano ritratte nell’atto di rappresentare una drammatica storia oscura. Non sorprende, inoltre, che lo stilista preferito da Minjae Lee sia l’estroso John Galliano, per eccellenza il re del “dramma” delle passerelle.
Le figure femminili eteree che popolano la maggior parte dei dipinti di Minjae Lee trasudano oscurità, sono creature notturne dalla prorompente tensione organica, disperate, dinamiche al punto che sembrano voler fuoriuscire dalla tela e prendere vita. Neppure gli spettacolari colori di cui l’artista le ammanta sembrano abbastanza per salvare queste donne dolorose da quello che sembra un incombente pericolo.
Con una chiarezza grafica capace di magnetizzare lo sguardo dell’osservatore, ciò che più sorprende nelle opere di Minjae Lee è il finissimo gioco di linee e di colori, una foresta di dettagli fittissimi, quasi infinitesimali, che trascinano lo spettatore in uno psichedelico viaggio all’interno dell’immagine. Le opere di Minjae Lee ammaliano come un incantesimo, generano perdizione, inquietudine e un senso indefinito di bellezza dal sapore futurista.

La sua tecnica può apparire complessa ad un primo sguardo, a discapito degli strumenti utilizzati che sono invece semplicissimi. La vera complessità risiede nelle articolazioni di linee, forme, arabeschi e sfumature, che contribuiscono a creare un’immagine multiforme al limite del caos, che può essere sottoposta a una molteplicità infinita di interpretazioni.
Attraverso matite, pastelli e pennarelli Minjae Lee ci presenta la sua visione del mondo che, incredibilmente, sembra non aver perso quella sublime prerogativa propria dei bambini di mantenere intatta la freschezza immaginativa.

Tramite l’immagine, Minjae Lee tenta di trasmettere alla folla la nebulosa psichedelica di sentimenti che sente dentro di sé e che è impossibilitato ad esprimere a parole. Come si può, infatti, descrivere in maniera immediata l’amore, la passione, l’anticipazione? Si possono utilizzare una serie infinita di parole per descrivere altre parole, ma, alla fine, si finisce per realizzare che ciò che a tutti è conosciuto, è ugualmente percepito da tutti in maniera diversa. Il dipinto crea invece una forma di telepatia con lo spettatore, genera un linguaggio privo di parole, che funziona in maniera immediata evocando sensazioni e pensieri. L’arte di Minjae Lee riesce a fare questo, coniugando in sé elementi mimetici e surreali, fino a raggiungere l’astrattezza propria dei grandi maestri del XX secolo come Pablo Picasso.
Il disegno, inteso come forma d’arte, è sicuramente molto diverso dalla scrittura, ma ha gli stessi intenti, ovvero quello di imprigionare su carta un momento oggettivo della realtà che ci circonda. L’arte, però, ha in sé una componente distruttiva, che confonde le nostre capacità razionali per attivare quelle sensoriali, tanto che le nostre uniche fonti di conoscenza diventano le emozioni e la fantasia. Forse è proprio per questo che l’uomo ama così tanto il disegno, perché, in qualche modo, attraverso un solo sguardo si è in grado di distruggere la realtà per poi immediatamente ricomporla, senza sforzo, in maniera quasi inconscia, irrazionale, impreziosendo il tutto grazie all’ottica privilegiata di coloro che, senza difficoltà, possiamo definire artisti.
Credits:
• HEADER & TITLE IMAGE: ‘Circulation’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 1: ‘Janus’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 2: ‘The Free’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 3: ‘The Dream’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 4: ‘The Flow in Us’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 5: ‘Faith’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 6: ‘Seal’ by Minjae Lee©
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• IMAGE 7: ‘Blossom Desire’ by Minjae Lee©
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